EDEMI e turbe dell'escrezione idrica
L'attività cardiaca costituisce un anello importante della catena funzionale deputata alla regolazione del ricambio idrico. Se nel corso di una insufficienza cardiaca si verifica una riduzione della gittata sistolica, la corteccia surrenale provvede ad una maggiore increzione di aldosterone, che a sua volta determina un aumento del riassorbimento di sodio a livello dei tubuli distali. Si assiste allora ad un aumento della pressione osmotica del liquido extracellulare, a cui a sua volta fa seguito una stimolazione della produzione di adiuretina postipofisaria. Questo ormone determina in corrispondenza del rene un maggiore riassorbimento di acqua, con la conseguenza di un aumento del liquido extracellulare sia per quanto concerne la componente intravasale che quella interstiziale. Inoltre la riduzione della gittata sistolica comporta in via diretta una diminuzione dell'irrorazione glomerulare e quindi parimenti, tramite una riduzione del filtrato, un aumento del liquido extracellulare. Se il cuore insufficiente non riesce a smaltire, mediante una elevazione del volume minuto, il maggiore afflusso di sangue venoso, persiste l'aumento della ritenzione di sodio e di acqua ed il liquido extracellulare subisce un ulteriore incremento. Quando la sua componente interstiziale raggiunge i 4-5 litri circa, si manifestano gli edemi: l'insufficienza cardiaca ha portato allo scompenso. L'edema cardiogeno è caratterizzato dal fatto di formarsi nelle zone declivi, e cioè agli arti inferiori, e, nei pazienti costretti a letto, nella regione lombare. Esso è sempre simmetrico e si differenzia per tale caratteristica dagli edemi agli arti inferiori legati alle venopatie. Un edema unilaterale o bilaterale, ma di entità diversa, non può essere mai conseguenza solo di uno scompenso cardiaco neppure quando manchino i segni diretti di un'affezione venosa (varici, pigmentazione. cordoni venosi induriti. flogosi locali). D'altro canto non tutti gli edemi degli arti inferiori a disposizione simmetrica sono legati ad un'insufficienza cardiaca. Un edema può insorgere anche dopo prolungata permanenza in piedi o a sedere, soprattutto durante la stagione calda, per la semplice presenza di una lassità connettivale, senza l'intervento di una qualsiasi malattia. Esso scompare allora durante il riposo notturno. È necessario differenziare ed escludere anche edemi conseguenti ad alterazioni statiche (piede valgo, piede piatto). Per lo più questi assumono la massima intensità al disotto del malleolo mediale e al davanti di quello laterale. Un edema si può formare anche in un distretto colpito da paralisi (apoplessia). Da ricordare sono infine ili edemi agli arti inferiori in caso di nefropatie o di gravi affezioni epatiche con ipoproteinemia, di trattamento corticosteroideo o in presenza di un mixedema. Il controllo del peso costituisce un buon criterio per la valutazione della ritenzione di liquidi in caso di insufficienza cardiaca. Edemi non ancora manifesti si rendono riconoscibili attraverso un aumento di peso. Quando, durante o più spesso al termine di un attacco cardiaco non meglio definito, si osserva una poliuria, ciò deve destare il sospetto di una tachicardia parossistica. Questa correlazione, rilevabile con una certa frequenza, trova la sua probabile spiegazione nei tensiocettori dell'atrio sinistro. Qualora questi vengano stimolati da una stasi ematica instauratasi in tale sede durante la tachicardia, essi inibiscono in via riflessa l'increzione di adiuretina da parte della postipofisi. Appena la gittata sistolica consente il ripristino di una sufficiente irrorazione renale e quindi di un adeguato filtrato glomerulare, la poliuria cessa. |
Etiologia degli edemi agli arti inferiori
Affezioni locali:
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Cause generali:
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