Il fatto che sia costante è fondamentale perché sono molte la variazioni che può subire la pressione arteriosa sia in alto sia in basso:
|
Occorre fare attenzione al fatto che il termine iperteso viene usato spesso per indicare aspetti caratteriali quali ansietà, nervosismo, tensioni e paure. Fa parte del linguaggio comune e ci si riferisce ad una 'esaltazione (ipertensione) nervosa (emotiva) che rende il soggetto eccitabile, inquieto, frenetico, agitato. Nel linguaggio propriamente medico il soggetto iperteso non è quello 'nervoso' ma quello che presenta valori di pressione arteriosa stabilmente superiori a 160 e 90 mmHg; cioè l'ipertensione di cui stiamo parlando non è quella "emotiva" ma quella arteriosa. |
Come ci si accorge di essere ipertesi? L’ipertensione arteriosa è una tra le malattie più diffuse nei paesi industrializzati, si riscontra nel 20% della popolazione adulta ed è considerata uno dei maggiori problemi clinici del Ventesimo secolo. È una malattia che non si manifesta con segni o sintomi particolari. Infatti è difficile che l’ipertensione dia inizialmente dei disturbi. Spesso chi è iperteso lo scopre occasionalmente in una visita medica senza sapere magari di esserlo da tempo. Solo in alcune situazioni, infatti, la pressione alta dà segni di sé e cioè quando si innalza di molto e rapidamente (crisi ipertensiva) per svariate ragioni non sempre ben identificabili. In quest’ultimo caso i sintomi possono essere: mal di testa improvviso (pulsante e interessante il capo globalmente), sensazione di testa pesante, ronzii alle orecchie, vertigini o instabilità nel mantenere la stazione eretta, facile affaticamento, disturbi visivi, palpitazioni, impotenza e, non raramente, perdita di sangue dal naso. Normalmente però non ci si accorge di avere la pressione alta e i disturbi che provoca sono legati ai danni indotti su alcuni organi, particolarmente sensibili, dal suo perdurare come il cuore, i reni e il cervello. Infatti può colpire, senza preavviso, persone di qualsiasi età e condizione sociale, per cui qualcuno parla di “killer silenzioso”. Comunque è sufficiente un esame banale, molto facile da eseguire ed assolutamente indolore, per sapere se la propria pressione è elevata o se possiamo stare tranquilli.
I medici distinguono due tipi di ipertensione arteriosa: una detta "essenziale" e l’altra denominata "secondaria".
Nella grande maggioranza dei pazienti (~ 95%) non è possibile riscontrare una causa vera e propria dell'ipertensione, che viene pertanto definita essenziale o primitiva. Le ipotesi scientifiche più fondate fanno dipendere elevati valori pressori dall'interazione di numersi fattori: predispozione ereditaria (fattori genetici), condizioni ambientali, disturbi elettrolitici (che influiscono sui meccanismi attivi nelle membrane cellulari), aumentata reattività vascolare e nervosa agli stimoli. Le forme di ipertensione arteriosa secondaria sono più rara (~ 5% dei casi). Sonno quelle che si innestano in specifiche condizioni patologiche o tossiche. In questi casi l’aumento dei valori pressori è dovuto ad una causa precisa: una malattia (renale, ormonale o nervosa), una condizione critica transitoria (stress acuto per interventi chirurgici, ustioni, ecc), una tossiemia gravidica o per effetti collaterali da farmaci (contraccettivi orali). La rimozione di queste cause, quando possibile, determina il ripristino di una condizione di normalità pressoria. |