Quali rischi comporta?
L'aumento della pressione arteriosa produce i suoi danni sulle arterie dei vari organi (cuore, cervello, rene, retina) sommando i singoli microtraumi dell'arco della giornata protratti per mesi o anni. Uno stato ipertensivo non curato o mal curato è uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare perché accelera i processi degenerativi dell'arteriosclerosi. Infatti laumento della pressione provoca un danno ai vasi arteriosi con ispessimento e depositi di grassi allinterno delle pareti che favorisce lo sviluppo dellaterosclerosi che ostruisce i vasi ed impedisce il flusso di sangue al suo interno. La conseguenza di ciò sarà un danno a vari tessuti nel nostro organismo. L’aggressività dell’ipertensione si esercita in tutto l'organismo, ma in particolare si esprime in alcuni organi: il cuore, il rene, il cervello, l'occhio. Quando compaiono i segni clinici: angina pectoris, ictus, emorragie della retina, ecc., il "killer silenzioso" ha già raggiunto il bersaglio e innescato la malattia. Complicanze dell'ipertensione arteriosa sistemica
Lo Studio Monica, che ha coinvolto in Brianza una popolazione di oltre mezzo milione per 10 anni ha dimostrato che dopo i 50-60 anni una persona su 3 ha problemi di pressione. Il rischio non è lo stesso per tutti gli ipertesi: bisogna infatti tener conto delle condizioni generali del soggetto Gli ipertesi con maggior rischio di complicanze ipertensive sono i pazienti diabetici, obesi, dislipidemici (soprattutto con aumento del colesterolo - LDL, dei trigliceridi e riduzione del colesterolo - HDL) e coloro che hanno altri fattori di rischio cardiovascolare: chi abusa di alcool, assume un eccesso di sodio nella dieta (più di 5 grammi di cloruro di sodio al giorno), è esposto a sollecitazioni stressanti croniche e chi ha predisposizione genetica (la cosidetta "familiarità"). Da ciò deriva la necessità di assumere una corretta igiene alimentare, fisica, comportamentale e psicologica come prevenzione e cura di base per l'ipertensione. Oltre a questi provvedimenti, non in sostituzione di essi, si ricorrerà all'impiego dei farmaci antiipertensivi, antidiabetici e ipolipemizzanti. Fortunatamente oggi disponiamo di cure molto efficaci, che permettono di tenerla adeguatamente sotto controllo. Numerosi farmaci possono combattere l’ipertensione e tra questi gli ace-inibitori, i bloccanti dei recettori dell’angiotensina, i bloccanti dei recettori beta, i calcio-antagonisti, i diuretici ed altri ancora. Si può tranquillamente dire che oggi non esistono più forme di ipertensione che non possono essere controllate. La terapia della ipertensione, applicata accuratamente ed estesa ad un numero sempre maggiore di soggetti, ha permesso di ridurre di oltre il 30% il numero di casi di ictus cerebrale, di scompenso cardiaco, ed in misura minore, ma sempre consistente, di infarto miocardico ed insufficienza renale.
La responsabilità dell'ipertensione arteriosa nell'incidenza d'eventi cardiovascolari è nota da molti anni, a seguito di approfondimenti epidemiologici su popolazioni. Si calcola, infatti, che il rischio di essere colpiti da una malattia coronarica sarebbe doppio negli ipertesi rispetto ai normotesi, e che il rischio di accidenti vascolari cerebrali sarebbe addirittura otto volte maggiore. L'ipertensione induce insufficienza cardiaca più spesso nelle donne, negli obesi e nelle popolazioni di colore. Alla conclusione sono giunti ricercatori dell'università dell'Illinois, Chicago, dopo aver esaminato le cartelle di 680 pazienti con insufficienza cardiaca. Nei soggetti monitorati, il 25% delle insufficienze cardiache avevano avuto come prima causa l'ipertensione. Tra le donne, però, questa causalità ricorreva nel 34% dei casi (contro il 21% degli uomini); il divario era ancora più netto tra afro - americani e bianchi (40% contro 7%) e tra obesi e non (45% contro 18%). Ad ogni modo, sicuramente l'alta pressione arteriosa è responsabile, da sola o in concorso con altri fattori, di un diffuso danno delle pareti dei vasi e del cuore stesso (l'ipertrofia del ventricolo sinistro) e di un'accelerazione del processo aterosclerotico. Attraverso questi meccanismi, essa è in grado di determinare o favorire le malattie coronariche, come l'angina e l'infarto, l'ictus cerebrale, lo scompenso cardiaco, le aritmie, l'insufficienza renale, la patologia ostruttiva dei vasi degli arti inferiori, la patologia vascolare dell'occhio. Dagli studi di popolazioni appare verificata anche la relazione inversa: più è bassa la pressione, più aumenta la durata della vita e migliora la sua qualità. Si può guarire dall'ipertensione arteriosa? Una volta che si è stabilito in modo preciso che un paziente è affetto da ipertensione arteriosa, la terapia antiipertensiva va continuata per sempre. Infatti i farmaci antipertensivi anche se efficaci, sono una terapia sintomatica perché abbassano la PA portandola a valori normali, ma non guariscono la malattia; pertanto devono essere presi continuativamente altrimenti la loro sospensione riporta la PA ai valori precedenti la terapia in tempi brevi. Soltanto nei periodi estivi caldi quando esiste un fisiologico calo pressorio si può pensare, su consiglio del proprio medico, di ridurre la terapia o, nei casi più lievi, di sospenderla momentaneamente.
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Stress e pressione arteriosa “Ai giorni nostri si parla tanto di stress e ad ogni difficoltà quotidiana si dà questo nome. Ebbene, in molti casi sembra che lo stress psico - emotivo possa essere un fattore causale dell’ipertensione essenziale al punto che da un lato si sono identificate situazioni emotive che sembrano particolarmente pericolose (arrabbiature, performance intellettuali continuative gravose di responsabilità, emozioni intense frustrate nel loro manifestarsi) e dall’altro tipologie di personalità più suscettibili di altre a subirne i danni. Queste personalità, derivate da fattori di apprendimento familiare, sociale, religioso - morale o, talvolta, da problematiche conflittuali inconsce, sono oggetti di studio di una branca della medicina che diventa sempre più importante per l’individuazione della cause, o concause, di svariate malattie: la medicina psicosomatica. Vedremo poi quali importanti considerazioni propone questa medicina sull’ipertensione arteriosa essenziale.” (dott. Antonio Buretta, sito Web: SALUTE) |