valutazione dei valori di P.A.

COME SI MISURA? basi pratiche

Il medico dice che sono un po’ iperteso. Ma io mi sento bene: devo lo stesso tornare a farmi controllare? Ogni quanto tempo?

"Non c'è una regola precisa perché la frequenza dei controlli dipende da tanti elementi. È bene che ognuno concordi con il proprio medico le modalità per tenere sotto controllo la propria pressione.

In generale se i valori pressori si aggirano intorno ai 140/85 mmHg o rimangono superiori,  sono opportune visite più frequenti, soprattutto in chi soffre di altre malattie, ad esempio diabete o ipercolesterolemia.

Sono sufficienti visite meno frequenti quando, con un’adeguata terapia e opportune modificazioni nello stile di vita, l’ipertensione rimane  ben controllata e non sono presenti complicanze.

Il medico segnalerà comunque ai pazienti che stanno assumendo determinati farmaci gli esami di laboratorio che sono necessari, per evitare gli effetti collaterali negativi, nel corso del trattamento."

Mi sembra che la pressione si alzi proprio quando vado dal medico. È possibile una cosa del genere?

"Sì, è possibile: l’emozione può giocare brutti scherzi. Si chiama "ipertensione da camice bianco" e ne soffrono soprattutto le persone ansiose, che rispondono alla tensione emotiva con un aumento della pressione. D'altra parte c'è la controprova, quando questi individui misurano la pressione a casa propria, in ambiente familiare e tranquillo, riscontra valori molto minori (o del tutto normali) rispetto a quelli rilevati sul lettino del medico.

Ecco perché si chiede, soprattutto a soggetti emotivi, di effettuare controlli a casa e di regolarsi su di essi.

Qualora permanga un margine di incertezza si ricorrerà al monitoraggio continuo della PA per 24 ore di seguito.

È un apparecchiatura con registratore elettronico e pompa meccanica (non più grande di due pacchetti di sigaretta) collegate ad un bracciale che il paziente indossa per 24 ore. La programmazione viene adattata alle esigenze proposte dal medico esaminatore (in base alle caratteristiche del soggetto in esame) di modo che si possono effettuare controlli ripetuti della PA sia durante il giorno (mediamente un prelievo di pressione ogni 20 minuti) nelle condizioni di vita quotidiane (lavoro, pasti, relazioni, ristoro) sia nel corso della notte (ogni una o due ore) durante le ore di riposo e maggiore rilassamento. Si tratta di uno strumento che permette di svolgere le normali attività quotidiane e non provoca dolore o fastidi di rilievo".

Ci sono comportamenti da evitare per la visita medica?

"Molti pazienti non fanno caso a ciò che compiono prima di recarsi dal medico. Questo può causare la rilevazione di valori pressori falsamente elevati, in relazione all'assunzione di caffeina, nicotina o farmaci adrenergici. Una volta appurato che il paziente non ha assunto sostanze che interferiscono con la pressione arteriosa, è possibile utilizzare tecniche di rilassamento per evitare l'effetto camice bianco. Secondo alcuni studi americani questa precauzione è in grado di ridurre del 20 per cento le rilevazioni patologiche in ambulatorio"

 

COME SI INTERPRETANO LE MISURE OTTENUTE? 

La misurazione classica, eseguita dal medico, è definita "pressione clinica".

 Valutazione dei valori della pressione del sangue

VALUTAZIONE

Massima (sistolica)

Minima (diastolica)

Ottimale

Normale

normale-Superiore

120

120-129

130-139

80

80-84

85-89

Fascia di confine ipertensione

Ipertensione lieve

Ipertensione moderata

Ipertensione severa

140-160

140-180

oltre 180

oltre 180

90-95

90-105

105-115

oltre 115

Valori normali della pressione del sangue ed età

ETà

Massima(sistolica)

Minima(diastolica)

Sotto i 18 anni

Tra i 18-50 anni

Dopo i 50 anni

120

140

140-145

80

85

90

Se un soggetto, sottoponendosi all'esame della pressione dal medico o tramite la misurazione a domicilio, riscontra di avere valori inferiori a 140/85 millimetri di mercurio può considerarsi sano.

Se però si trovano livelli più elevati non significa necessariamente che egli sia un iperteso. La pressione arteriosa, infatti, è il risultato di vari fattori ambientali e personali, regolati da vari sistemi ormonali di controllo. 

Inoltre non è dannoso né preoccupante avere la pressione "abitualmente" bassa: ciò può determinare una sensazione di debolezza, ma si vive tranquillamente a lungo.

Circa due ipertesi su dieci risultano reattivi allo stress della visita medica, e la loro pressione sarà elevata dal medico.
L'automisurazione a domicilio elimina la reazione d'allarme del paziente alla visita medica. Nei casi dubbi si ricorre al  monitoraggio delle 24 ore. Poiché questi soggetti hanno un basso rischio di complicanze cliniche, l'inizio della terapia farmacologica può essere differito nel tempo.

Qualora, invece, lo stato ipertensivo venga confermato da più controlli, a distanza di varie settimane l'uno dall'altro, dovranno essere eseguiti gli esami clinici volti a delineare l'entità del danno d'organo secondario allo stato ipertensivo e la presenza di altri fattori di rischio, che possono favorire le lesioni arteriosclerotiche delle arterie. Inoltre sarà necessario intervenire con misure igieniche e dietetiche e, se indicato, con terapia farmacologica.

 

È iperteso chi ha stabilmente una pressione minima maggiore di 85 e una pressione massima superiore a 160.

Con ciò si intende dire che è iperteso chi ha stabilmente una pressione minima maggiore di 90 (qualunque sia la pressione massima) e una pressione massima maggiore di 160 (qualunque sia la pressione minima).

Tempi e modi di misurazione della P.A

per curare l'ipertensione occorre disporre di misurazioni della PA "attendibili" = "corrette" + "ripetute"

Per misurare correttamente la PA occorre che ci sia:

  1. rilassamento fisico sufficiente = "in pantofole" adagiato sul divano di casa da almeno mezz’ora
  2. rilassamento nervoso adeguato = in tranquillità emotiva, affettiva e mentale
  3. rilassamento alimentare = non appena prima di mangiare (da affamati) e neppure appena dopo mangiato (da abboffati)

Queste tre condizioni "essenziali" e "minimali" non sono realizzabili né dal dottore, né dal farmacista (c’è un estraneo, si ha fretta, c’è sollecitazione emotiva, ecc.), né quando si ha fretta di andare chissà dove, né quando si è arrabbiati o preoccupati per chissà che cosa. In questi casi si può misurare la PA e i numeri che si ricavano sono reali, soltanto che vanno interpretati come i valori degli esami di laboratorio che si ricavano dalla lettura di un prelievo di sangue fatto appena dopo aver mangiato, e non a digiuno, come vorrebbero le indicazioni da cui si traggono i ragionamenti clinici abituali. I numeri sono giusti, ma i valori di riferimento "standard" si riferiscono a prelievi effettuati in condizioni standard.

Per misurare correttamente la PA occorre che ci siano misurazioni ripetute:

La PA varia continuamente con i battiti del cuore che in un giorno sono più di 100.000. Per avere un valore attendibile "medio" della PA in una giornata servirebbero misurazioni minuto per minuto, cosa impraticabile. Però misurare la PA tre volte al giorno non è impossibile.

Non basta poi avere la PA di un giorno, occorre disporre di misurazioni che permettano di ricavare l’andamento della PA media abituale del paziente.

In pratica si adotta questo metodo:

    a. Si misura la PA per tre volte ogni giorno per 15 giorni di seguito e si scrivono su un quaderno,

    b. Se i valori prelevati rimangono stabili si prosegue misurando la PA due o tre volte alla settimana, sempre alla stessa ora del giorno (per esempio la sera) e comunque non prima di 2 ore dall’alzata.

    c. Quando si rilevasse una variazione di PA fuori dai valori abituali o comunque critica (= sopra 160/95) si ricomincia come in "a" per una settimana, senza cambiare terapia, quindi si consulta il medico se la PA risultasse "effettivamente" stabilizzata in alto o in basso rispetto ai valori di prima.

approfondimenti:

Meccanismi che regolano la pressione arteriosa