Sincope

Che cos'è?

È pericolosa?

Quali sono le cause?

Quali esami si devono eseguire?

Qual è la prognosi?

 

Che cos'è?

La sincope e’ una brusca perdita di coscienza con perdita della stazione eretta, seguita usualmente da un completo recupero.

È pericolosa?

Nonostante sia un fenomeno allarmante e riproduca i sintomi di un arresto cardiaco, è spesso una condizione benigna ed autolimitante. Nonostante ciò nel 30% dei casi si possono produrre lesioni provocate da una rapida caduta a terra; successivi episodi possono essere psicologicamente importanti. Nei pazienti affetti da cardiopatia, un episodio sincopale può essere premonitore di morte improvvisa.
La sincope si manifesta in circa il 3% della popolazione, circa 1/3 della popolazione può essere affetto da questa sintomatologia, una volta nella vita, ed in circa il 75% di soggetti giovani affetti da questa patologia può rappresentare un evento isolato.
Rappresenta il 3-5% delle cause di visita in pronto soccorso e l’1% dei ricoveri ospedalieri.

Quali sono le cause?

1. La sincope può essere di natura cardiovascolare o non cardiovascolare: le prime hanno una prognosi nettamente peggiore.
Quelle di origine cardiacovascolare sono legate, in genere, a disturbi del ritmo od a lesioni che ostruiscono il flusso del sangue dal cuore.
Una delle aritmie più frequenti che possono provocare questa sintomatologia sono: La Tachicardia Ventricolare, responsabile di circa il 10% di tutti gli episodi sincopali, ed è in genere una conseguenza di un infarto miocardico; un blocco di conduzione elettrica tra gli atrii ed i ventricoli, definito come BLOCCO ATRIO-VENTRICOLARE od un rallentamento marcato della frequenza cardiaca (BRADICARDIA SINUSALE) sono delle aritmie che possono essere responsabili di questa patologia.

2. La SINCOPE VASOVAGALE, conosciuta anche con il nome di sincope neurocardiogenica, è una delle forme più comuni. I soggetti affetti da questo tipo di sincope sono in genere giovani e spesso hanno dei sintomi premonitori come sudorazione, nausea, stanchezza, pallore. La perdita di coscienza avviene frequentemente dopo aver mantenuto a lungo una posizione eretta (essere in fila), o in conseguenza ad emozioni spiacevoli (prelievo venoso per analisi), o dopo aver mangiato velocemente (distensione gastrica). Si manifesta con abbassamento di pressione, rallentamento della frequenza del cuore e perdita di coscienza. I sintomi scompaiono rapidamente se il paziente viene disteso a terra.
 

3. La SINCOPE DA IPERSENSIBLITÀ SENO-CAROTIDEA è legata ad un abnorme riflesso che parte dai sensori di pressione carotidei (meccanocettori), localizzati nel collo sotto la mandibola. L’attivazione di questi recettori in corso di normali situazioni come girare il collo o radersi, puo’ provocare rallentamento della frequenza cardiaca, abbassamento di pressione e perdita di coscienza.
 

4. L’IPOTENSIONE ORTOSTATICA si caratterizza invece per una riduzione della pressione arteriosa sistolica superiore a 20 mmHg o della distolica di almeno 10 mmHg nell’assunzione della posizione eretta e sintomatologia sincopale o pre-sincopale.
In genere questo disturbo è legato all’assunzione di farmaci antiipertensivi, antidepressivi o a disturbi del sistema nervoso autonomico come si riscontra in malattie quali il morbo di Parkinson, il diabete, l’insufficenza renale, l’amiloidosi.
Esistono poi tutta una serie di situazioni che possono comportare perdita di coscienza che il medico specialista terrà in considerazione nella diagnostica differenziale (malattie metaboliche,cerebrovascolari, epilessia, ecc.).
Per la diagnosi e la definizione del meccanismo fisiopatologico della sincope ci si avvale oggi di numerosi esami.
È importante un accurata anamnesi circa la modalità di insorgenza, i sintomi premonitori, il racconto di eventuali testimoni, la durata della perdita di coscienza, il numero di episodi, i sintomi associati.
 

Quali esami si devono eseguire?

Il problema per la diagnosi risiede nel fatto che la maggior parte dei pazienti presentano, fortunatamente, un solo episodio. Nella valutazione clinica si ricorre ai seguenti test.

  • Etettrocardiogramma: per riconoscere eventuali anomalie elettriche.

  • Elettrocardiogramma dinamico (di 24 o 48 ore): per evidenziare e identificare aritmie transitorie, a carattere parossistico.

  • Ecocardiogramma: per valutare le condizioni del cuore e la presenza di una eventuale cardiopatia.

  • Elettroencefalogramma: per escludere l'epilessia.

  • TILT TEST: è il test diagnostico principale nelle valutazione delle sincopi in pazienti senza segni di cardiopatia e soprattutto nei giovani. Il test viene eseguito a digiuno. Il paziente viene posizionato su un letto che viene inclinato a 60 gradi per 45 minuti minuti (protocollo Westminster). Si monitorizza la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca. Negli individui predisposti alla sincope vasovagale si puo’ manifestare un caduta repentina della frequenza cardiaca (risposta cardioinibitoria) o della pressione arteriosa (risposta vasoinibitoria) od una caduta di entrambi (risposta mista). Se dopo i primi 45 minuti il paziente non manifesta alcuna alterazione puo’ essere somministrata nitroglicerina per via sublinguale e si prosegue l’osservazione per altri 20 minuti. Anche se viene riprodotta una perdita di coscienza con brevi fasi di arresto del ritmo cardiaco, il test e’ relativamente innocuo ed i parametri vengono prontamente ristabiliti all’ assunzione della posizione orizzontale.

  • Esistono poi tutta una seri di esami invasivi e non invasivi che il medico utilizzerà a seconda delle necessità cliniche (ECG ad alta risoluzione, Studio elettrofisiologico, test farmacologici, ecc.).

Qual è la prognosi?

La sincope di natura non cardiovascolare ha in genere una prognosi benigna; nella maggior parte dei casi sono legate ad una disfunzione del sistema neurovegetativo. Negli ultimi anni i progressi nella ricerca cardiovascolare hanno consentito di identificare e di conoscere le cause di un numero crescente di episodi sincopali.
 

Da un testo del Dott. Massimo Fioranelli - Roma