Scintigrafia miocardica PET tomografia per emissioni positroni TAC tomografia assiale computerizzata MRI risonanza magnetica |
Sono esami che prevedono l'iniezione di isotopi radioattivi, in genere Tallio 201 o Tecnezio, attraverso una vena periferica per esaminare le radiazioni emesse grazie ad una camera gamma sita sopra il torace e studiare in tal modo il miocardio o il ventricolo.
Fra questi test si annoverano:
Scintigrafia miocardica per perfusione permette un'istantanea delle condizioni di irrorazione sanguigna del miocardio sotto sforzo ed a riposo.
Esecuzione: con un ago o una cannula si inietta una piccolissima quantità di una sostanza radioattiva nella vena del braccio che in genere serve per rendere 'fotografabile' il sangue. Un apparecchio per la rilevazione delle radiazioni capta i segnali emessi dalle particelle radioattive ed elabora delle immagini del cuore. La sostanza si deposita soltanto nel tessuto miocardico sano. Quindi il cuore è sano dove vengono emessi molti segnali. Le zone insufficientemente irrorate si riconoscono perché non assorbono la sostanza. Con questo esame si può valutare la contrazione e il successivo rilasciamento del cuore e può anche essere valutata la quantità di sangue che giunge al cuore attraverso le arterie coronariche. Durata: la scintigrafia miocardica per perfusione sotto sforzo dura circa un'ora, l'esame a riposo altri 30-45 minuti.
Ventricolografia con radionuclidi La ventricolografia con radionuclidi è un metodo scintigrafico (= che utilizza sostanze radioattive). Fornisce informazioni sul lavoro di pompaggio del cuore analoghe a quelle dell'ecocardiografia.
Esecuzione: una sostanza radioattiva iniettata nella vena del braccio si lega ai globuli rossi, "marcando" per così dire il sangue e rendendone visibile ad uno speciale apparecchio il flusso attraverso il cuore. Contemporaneamente si effettua un elettrocardiogramma. Si possono così correlare i movimenti visualizzati del cuore alla sua attività elettrica. Durata: circa 1 ora.
La prova da sforzo al tallio: durante o subito dopo lo sforzo cui il paziente è sottoposto, gli si inietta il mezzo di contrasto per valutare la perfusione del miocardio durante l'esercizio; viene poi scattata un'altra serie di immagini in situazione di riposo. L'esistenza o meno di deficit di perfusione (in quanto l'isotopo non viene assorbito dalle zone muscolari cardiache insufficientemente perfuse) indica la presenza di eventuali anomalie nel flusso sanguigno attraverso le coronarie a riposo o sotto sforzo. Si può anche sostituire la prova da sforzo con la somministrazione di un farmaco (ad esempio il dipiridamolo) che simuli condizioni di stress.
a) la tomografia cardiaca per emissione di positroni (PET): permette lo studio di vari aspetti della funzionalità del tessuto cardiaco, combinando l'immagine tomografica con l'ausilio del tracciante, che fornisce dati sul flusso sanguigno ed il metabolismo cardiaco, ed il ricorso a principi cinetici per quantificare il flusso sanguigno nella regione miocardica, i flussi nei substrati, le reazioni biochimiche ed il controllo neurale. Le migliorie tecnologiche hanno consentito di disporre di uno strumento accurato, in grado di fornire nuovi dati sulla fisiologia e patofisiologia cardiaca;
b) la tomografia computerizzata per emissione singola di fotoni (SPECT): questa tecnica fornisce un'immagine di qualità superiore a quella planare ed è la più utile nel diagnosticare malattie delle coronarie;
Sono test innocui, molto sensibile ed accurati; consentono di localizzare con maggiore accuratezza le aree ischemiche o necrotiche. Tuttavia, sono test di alto costo, poiché comportano l'impiego di apparecchiature sofisticate e costose, e dei radioisotopi. Per questo motivo, non sono disponibili in tutti i centri cardiologici, anche perché in buona parte possono essere sostituiti, con altrettanta accuratezza diagnostica, dalle tecniche ecocardiografiche di ultima generazione L'angiografia con radionuclidi può essere anche utilizzata come scanner dei vasi cerebrali.
È una tecnica che fornisce immagini transezionali del torace, ivi compresi cuore e grandi vasi.
Ha un'elevata risoluzione spaziale, è tridimensionale e fornisce dati anatomici e funzionali clinicamente rilevanti, in particolare sulle malattie aortiche.
Vi sono diverse forme di tomografia:
È una nuova tecnica del tutto non invasiva, che non richiede l'utilizzo di mezzi di contrasto e fornisce un'immagine tridimensionale e ad elevata risoluzione del cuore e dei grandi vasi.
Le immagini prodotte sul computer da potenti magneti permettono di valutare malattie dell'aorta, malattie del pericardio, lesioni congenite, malattie del miocardio, masse cardiache quali tumori intracardiaci, danni da ischemia, morfologia delle camere cardiache, funzione ventricolare globale o regionale, rigurgiti valvolari. Altre applicazioni potenziali riguardano la valutazione di anatomia e flusso delle arterie coronariche, del flusso di sangue nel miocardio, della funzionalità e del metabolismo miocardico. |