sintomatologia - diagnosi |
Ci sono delle regole di comportamento per affrontare bene lo scompenso cardiaco? I farmaci da soli non bastano per tenere sotto controllo i sintomi. Lo scompenso cardiaco abitualmente richiede un certo cambiamento dello stile di vita e delle abitudini sanitarie, è necessario assumere abitudini più salutari e impegnarsi a mantenerle. L'attenzione e l'impegno costante a seguire alcune semplici regole consentono di raggiungere la stabilità clinica e riducono il rischio di ricadute.
Vivere con lo scompenso cardiaco significa che dovrete modificare il vostro stile di vita, e le vostre abitudini. Un individuo con scompenso cardiaco non è un individuo finito: con l’aiuto di un cardiologo che elaborerà un adeguato programma terapeutico, può svolgere una regolare vita di relazione. Man mano che si apprende a vivere con lo scompenso cardiaco si possono scoprire nuove soddisfazioni e nuovi piaceri. I cambiamenti nella vita quotidiana possono essere positivi e gratificanti. Le restrizioni in campo lavorativo possono condurre ad attività ricreative interessanti e gradevoli. Lo svago può rappresentare una parte importante della vita quotidiana. I rapporti sessuali possono essere estremamente piacevoli, se con il partner si scoprono modi meno affaticanti per esprimere e condividere affetto.
I sostegno della famiglia I familiari sono una fonte notevole di sostegno e di incoraggiamento. Per quanto è possibile vanno coinvolti in tutte le decisioni che riguardano lo stile di vita e la capacità di lavorare. Il sostegno da parte della famiglia può essere importante specialmente mentre ci si adatta ai cambiamenti indotti dalla malattia e per affrontare le difficoltà psicologiche. Occorre che il paziente faccia sapere ai familiari come aiutarlo al meglio. I vostri familiari possono aiutare a: • tenere un elenco dei farmaci • preparare pasti specifici • fare esercizio fisico • realizzare un trattamento corretto dello scompenso cardiaco.
Come affrontare la vita quotidiana? Molte persone si adattano ai limiti imposti dallo scompenso cardiaco, e tuttavia conducono ugualmente una vita attiva. La maniera in cui lo scompenso cardiaco compromette la salute dipende dalla sua gravità. Uno scompenso lieve può avere scarse ripercussioni sulla vita lavorativa o sul tempo libero. Uno scompenso grave, invece, può impedire di svolgere ciò che prima riusciva agevole. Occorre parlare con il medico a proposito di: • lavoro: è possibile ancora lavorare? a tempo pieno o part-time? • svago: è possibile concedersi qualche svago e/o qualche gioco? quali? Fare escursioni, nuotare, assistere ad eventi sportivi? • tempo libero: quali viaggi si possono fare? quali attività svolgere: giardinaggio, attività di volontariato? • vita sessuale: quali sono le attenzione da osservare?
1. Lavoro o riposo assoluto? Le indicazioni a svolgere l'attività lavorativa devono essere di volta in volta stabilite dal medico in base alle condizioni cliniche ed al tipo di attività lavorativa. Una forma lieve di scompenso cardiaco non controindica una attività lavorativa tranquilla che non comporti un eccessivo carico psicofisico per l'organismo. Il riposo assoluto è dannoso all'organismo in presenza di scompenso cardiaco. Può essere viceversa molto utile ed importante in caso di peggioramento acuto dei sintomi e segni di scompenso. In questi casi il medico deciderà poi sull'opportunità di una ospedalizzazione.
2. Come organizzare l'attività fisica? È bene svolgere regolarmente un'attività fisica sotto la supervisione del medico che sa anche consigliare il programma di attività fisica da svolgersi a domicilio sulla base delle condizioni cliniche. Molte persone con scompenso cardiaco affermano di sentirsi meglio se praticano un'attività regolare. In genere ci si può esercitare con sicurezza in casa o presso una struttura controllata come un centro di riabilitazione, una palestra, un centro ricreativo. Le attività fisiche comprendono: • camminare • pedalare • nuotare • esercizi aerobici a basso impatto. È bene informarsi correttamente prima di iniziare eventualmente interpellando uno specialista in riabilitazione cardiologica, per pianificare e controllare un programma di esercizi. Può essere utile un test di sforzo per appurare fino a dove si può arrivare senza correre rischi.
È necessario attenersi strettamente alle indicazioni del medico:
Avvisare sempre il medico in caso di comparsa, nello svolgimento delle attività ordinarie, di nuovi disturbi in particolare:
Prima di consigliare l'esercizio a domicilio, il medico potrà ritenere necessario un periodo di attività fisica in ambiente protetto sotto controllo medico per valutare la risposta dell'organismo e il comportamento dei principali parametri cardiovascolari (frequenza cardiaca, pressione arteriosa) durante lo sforzo.
Quali sono i segnali di pericolo? Ci sono dei segni e dei sintomi che segnalano un peggioramento della malattia:
Quando si manifestano è bene consultare il proprio medico di fiducia
Quali fattori possono aggravare la malattia? Esistono dei fattori intercorrenti nella storia della malattia che possono determinare un peggioramento dei sintomi.
Alcuni di questi sono la conseguenza del mancato rispetto delle prescrizioni mediche:
In altri casi sono essi stessi una complicanza della malattia:
Si può prevenire? In termini di prevenzione primaria dello scompenso cardiaco occorre ricordare che è necessario "prevenire" l'iniziale danno miocardico agendo su tutti i fattori di rischio noti come il diabete, l'ipertensione arteriosa, i livelli plasmatici di lipidi, la dieta, l'esercizio fisico ed il fumo. Se il danno miocardico è già presente (es. Infarto miocardico) dobbiamo intervenire in prevenzione secondaria ovvero:
L'insufficienza miocardica si manifesta in maniera acuta oppure si instaura lentamente, con il carattere della cronicità. In essa le prestazioni, richieste alla pompa cardiaca nelle varie situazioni dall'organismo, sono superiori a quelle massime che questa è in grado di fornire. La prestazione cardiaca è definita fondamentalmente dalla quantità di sangue espulsa in un determinato periodo, ad esempio in un minuto, e dalla pressione esercitata nell'occasione dai ventricoli. Essa è proporzionale ad ambedue i fattori (prescindendo dal lavoro necessario per imprimere velocità al sangue) ed oscilla fra un valore minimo ed un valore massimo. 1. Il valore più basso, la prestazione cardiaca minima, corrisponde alla prestazione in condizioni basali. Essa aumenta, se al cuore sono richieste prestazioni supplementari, sia per effetto di un sovraccarico pressorio che volumetrico.
2. La prestazione massima, che il cuore è in grado di fornire, e cioè la massima capacità funzionale cardiaca, può subire un incremento per effetto di adattamenti strutturali del miocardio (ipertrofia) ad una maggiore richiesta a carattere cronico o recidivante (sovraccarichi pressori o volumetrici, cuore d'atleta). Essa raggiunge i suoi limiti estremi con l'esaurimento delle possibilità di adattamento, e cioè in presenza di un peso cardiaco di circa 500 gr. La massima capacità funzionale viene ridotta da affezioni miocardiche su base strutturale o funzionale (miocardiosclerosi, miocardite, infarto, turbe metaboliche) o da un ostacolo al riempimento (versamento pericardico, cuore a corazza).
3. L'intervallo fra prestazione cardiaca minima e massima capacità funzionale costituisce la riserva cardiaca. Essa definisce i limiti di adattamento del cuore nei confronti di sovraccarichi acuti. Mentre l'aumento della massima capacità funzionale è legato ad una ipertrofia miocardica strutturale che si instaura. solo nel corso di settimane, in questo caso entrano in gioco le riserve immediate di ordine funzionale, insite nel miocardio, la cui mobilitazione consente l'aumento di prestazione. Queste riserve immediate sono costituite dalla capacità del cuore di elevare la propria frequenza e il proprio volume sistolico, ciò che si realizza, per quest'ultimo, in primo luogo attraverso una riduzione del volume residuo sistolico e successivamente attraverso un aumentato apporto ematico dalla periferia. Un aumento di prestazione è infine possibile per l'azione inotropa positiva del simpatico.
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